venerdì 5 marzo 2010

ELEFANTENTTREFEN 2010



Salve!, Eravamo rimasti all’anno scorso, vero?

Ecco dimenticate tutto, perché ciò che andrò a raccontarvi in questo post ha dell’incredibile.
Il 2009 trascorre, Dicembre è alle porte e già si iniziano i preparativi per la grande avventura.
Mi contatta Carlo da Brescia, entusiasta per il post del 2009 e mi chiede se andrò all’Elefante. Poi io contatto Cristian da Gemona (UD), Elefante conosciuto in lissTa e conosciuto meglio sul campo nel 2009. In seguito vengo contattato da Massimo, si era tenuto in agenda i miei dati dopo il nostro incontro casuale a Mestre…. mai un adesivo fù così galeotto!
Saremo in tre a partire: io,Carlo e Massimo; due Transalp 650 e una GS F 800..
Luogo di partenza Mestre ore 7.30. L’aria è fredda ma l’adrenalina ci riscalda, durante gli ultimi controlli in autogrill si crea attorno a noi una folta schiera di camionisti dell’est con facce addormentate ma accese dalla vista delle moto, che ci osservano , confabulano, tanto che penso: Non saranno stati mica gli elefantini legati sul bauletto?
Partiamo! Mestre – Tarvisio, -8°. Distanza coperta in scioltezza, pausa per ristoro mattiniero acquisto vignetta. Tutto procede perfettamente, a Salisburgo usciamo per accorciare la distanza per Passau e anche lì, tutto ok, eccetto il girovagare per il centro per colpa mia, ma Max ci tira fuori di lì in dieci minuti, neve ai lati delle strade, qualche cenno di nevischio ma nulla di che!
Alle 15.30 circa siamo all’incrocio per Solla, il tempo non stà più tenendo ed inizia a nevicare, ma felici e contenti decidiamo comunque di andare su, fare l’iscrizione, ambientarsi una mezz’oretta e poi via in hotel a scaldarci.
Ecco! Ci siete fino a qui? La vostra immaginazione avrà certamente viaggiato spensierata con noi, ma ahi me, tra un po’ non sarà così!
La strada tortuosa per la “Buca” è innevata. Carlo è il primo a cadere, fortunatamente non riporta danni, se la caverà solo con un leggero ingolfamento al motore. Massimo tenta la salita ma le gomme non hanno presa, allora entrambi decidono di lasciare le moto e procedere a piedi per l’ultimo chilometro.
Io intestardito continuo, gambe belle tese, su, via! Riesco a salire ed arrivare a 100mt dall’ingresso ma questo eccesso di zelo lo pagherò poi al ritorno.
Il paesaggio è Siberiano: neve, neve, neve ogni dove e come scendeva sta maledetta, tanto da ricoprire ogni cosa.
ARRIVATIIIII! Carlo è esterrefatto, Massimo per un attimo si ammutolisce, io invece esclamo:” ragazzi questo è l’Elefantentreffen!”. Tutto ciò dopo aver fermato due tipi in sella a una XR Honda per fare loro una foto e vederli poi cadere a terra per aver sgommato sul ghiaccio.
Qualche foto di rito e si ritorna in hotel .
Risalgo in sella e inizio a scendere giù dalla strada con un filo di gas e due dita sempre sulla frizione evitando di innescare il freno motore, causa possibili cadute. Piano, piano riesco a scendere, arrivo all’incrocio e aspetto Carlo e Max.
La neve scendeva grossa, copiosa; soltanto due km e mezzo ci separavano dall’hotel.
Partiamo: Max è davanti a me, dietro ho Carlo, dopo 10mt la mia moto prende un avvallamento andando a destra e a sinistra. Non riuscendo più a tenerla cado rovinosamente sull’asfalto pieno di ghiaccio e neve storcendo il manubrio e rompendo in più pezzi la carena destra.
Una coppia di Italiani, venuti in macchina saranno i primi a soccorrerci.
(Ragazzi del Panda, ovunque voi siate GRAZIE, infinitamente grazie perché senza il vostro aiuto forse non saremmo stati in grado di scansare i camion e le macchine ed essere qui ora a raccontarlo.)
I ragazzi del Panda con le quattro frecce si mettono dietro a noi scortandoci più avanti possibile. A un certo punto capendo di non riuscire a proseguire chiediamo a loro di farci un ulteriore piacere: raggiungere l’hotel e avvisare del nostro arrivo, questo per non perdere la prenotazione.
Riparto: piedi a terra , filo di gas e dita sulla frizione. Max è davanti a me ma la pendenza mi porta a prendere velocità, a superarlo e ad arrivare al primo incrocio. Arriva Max ma anche lui cade rovinosamente rompendo una valigia laterale.
Rialziamo la moto, prendiamo fiato e ripartiamo. Problema! Le moto non vanno avanti, seguono ogni avvallamento stradale, solo Carlo con le sue Michelin ce la farà a superare i camion bloccati per lo stesso problema e arrivare in cima all’incrocio per il centro di Schomberg.
Arriva anche la polizia e l’unica cosa che dicono è di accendere le quattro frecce perché eravamo in una brutta posizione:” Ma vaffanculo! Noi vogliamo lo spazza neveeeeeee!.”
Max ed io siamo esausti, sudati, iniziamo allora a spingere le moto: prima il GS per 50mt, poi tornavamo indietro a spingere la mia, in salita e così per un chilometro e mezzo.
La neve scende sempre più grossa, le macchine incolonnate per i camion ci ostacolano la manovra di spinta, fino a quando, finalmente arriva lo spazza neve che ci da modo correndo sulla carreggiata contraria di arrivare, sempre con i piedi a terra e le moto di traverso in cima all’incrocio.
Mancano ancora 500mt, Carlo riesce ad arrivare all’Hotel, Max anche lui domando la sua moto come un cavallo impazzito ce la fa, io no!
La moto si mette di traverso in una semi curva di 200 metri in salita prima del centro, le macchine che arrivano mi fanno ritornare sulla corsia dove la ruota non attaccava. Fortunatamente un Trevigiano prima e Max dopo, di ritorno dall’hotel a piedi, mi spingono fino a destinazione per gli ultimi 100metri.
Che sudata! DUE ORE E MEZZA PER FARE 2KM c.a.
A cena incontriamo altri elefanti incappati in peggio, tanto che alcuni avevano dovuto abbandonare la moto e prendere un taxi.
Cena tutti insieme, un litro di birra in corpo, una grappa e “ubriachi” di stanchezza si va a nanna.
Ore 10.30 di Sabato mattina, nel parcheggio le moto sono sepolte dalla neve, ci viene a prelevare per l’occasione un pulmino che ci porta alla manifestazione.
Accantonata l’avventura noi tre impavidi iniziamo la vera missione: io, zaino carico di bottiglie, Carlo vestito da Guardia Russa e per questo divenuto l’attrazione della manifestazione. Se lo merita, ce lo siamo sudato tutti questo Elefante.
Iniziamo il tour: prime foto, primi tipi ubriachi che pisciano qua e là, gente che va e ritorna con casse di birra, gente che viene con moto piene di casse di birra, gente che per asciugare la roba la mette sul grill sotto il fuoco, insomma cose “banali”.
C’era il macello. Le presenze un po’ attenuate, causa la neve, non hanno arrestato la follia di questa manifestazione e noi ad ogni passo mosso, pronti con le macchinette in mano a far foto. Più che degli elefanti sembravamo tre giapponesi in visita!
Moto con slitte, moto con pattini, moto con le ruote, moto senza ruote, questa quando ci accorgemmo che un sidecar al posto della carrozzina aveva un moto scafo con tanto di motore fuori bordo. FOTOGRAFATO.
Anche quest’anno la gente non è mancata: dalla Spagna, Inghilterra, Croazia, Russia, Rep.Ceca e i nostri? Palermo, Napoli, Lecce, gente dall’Umbria, Toscana, Milano, Torino e chi sa perché i più fulminati erano proprio gli Italiani.
Tra i vari gruppi di motociclisti c’era anche un gruppo di bikers sordomuti……….. grandi elefanti!
Anche quest’anno c’era il coraggioso, nudo come un verme con addosso solo stivali e gilè di pelle, che in sella alla moto, l’impavido colite motorizzato andava giù nella fossa per poi risalire passando non contento tra la folla a piedi, come nulla fosse in una tipica giornata di Gennaio con -5°.
Carlo e Max assaggiano il mitico Hamburger dell’Elefante, coadiuvato da una buona bottiglia di rosso, te al rum e così assuefatti dalla fossa la nostra permanenza alla manifestazione procede tranquillamente tra acquisti e foto fino al momento di rientrare in albergo, orario fissato dal taxista.
E così come tutte le storie si volge al termine anche questa piccola, grande avventura, con un rientro turbolento causa ghiaccio, alla velocità max di 80km/h allungando per Linz causa neve, aumentati di altri tre Elefanti rispettivamente da Torino e Brescia salutati poi a Tarvisio per tardo orario.
Temperature fredde, tanto fredde, temperature oscillanti dai -8 ai -12, temperature che hanno fatto soffrire tutti, io per primo.
Avevo il problema del medio e anulare ghiacciati della mano sinistra, anche se provvisto di muffole e di sotto guanti ero costretto di tanto in tanto ad infilarle sotto la coperta fino al motore, e così anche per il piede cercando di alzarlo più vicino possibile, utilizzando la coperta da convogliatore in corsa. Un viaggio conclusosi Domenica dopo aver salutato gli altri due Elefanti Super Max e Super Carlone con più di 1300/1400km

Morale! Si, perché in tutte le storie c’è una morale.

Eravamo in tre, tre sconosciuti e solo internet e la passione per le moto ci hanno portato a conoscerci.
In questo viaggio c’era spazio per sbottare di nervi, ritirarsi, abbandonare l’amico o gli amici. Ci siamo compresi l’uno con l’altro, perché le difficoltà affrontate se pur scritte e fotografate non spiegano ciò che abbiamo vissuto: sempre uniti, preoccupandoci l’uno dell’altro e spinti dalla sola “insana” passione per quel bellissimo oggetto chiamato moto.
Voi vi chiederete dove stà la morale? Beh, se ve lo chiedete allora non siete Elefanti!

UN DISCORSO TRA ELEFANTI ASCOLTATO INVOLONTARIAMENTE:

A dice:” La moto non si accende, ha la batteria scarica.”
B risponde: “Si ok, anche la mia ma se noi prediamo la tua con la batteria scarica e la colleghiamo l’altra con la batteria scarica, dovrebbe partire!”

NON AVEVAMO DUBBI! :-)

DA CARLO FORTUNATI, MASSIMO RONCHIN, LOVATO ADRIANO e Cristian che con i suoi sms ci ha dato supporto morale, ci ha informati sul meteo stradale e fatto anche qualche dovuto rimprovero!

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