venerdì 27 agosto 2010

UNA TRANSALP SUL GROSSGLOCKNER

Salve a tutti! Probabilemente voi direte che i 2000km fatti a Praga non mi sono bastati per calmarmi. NO!


Vi è mai capitato che vi parlassero di mete lontane come dei viaggi sacri del motociclista, La via della Seta, Capo Horn, L'Isola di Man? E mentre ve ne parlano di immaginare di esser li e quando il vostro amico narratore finisce, rimanere con un : “E si, chi sà”.
Il mio vicino di casa un 50enne free, motociclista, chitarrista, mi ha sempre parlato di questi viaggi e uno di questi me lo ripeteva e ripeteva in continuazione.
Finchè un giorno, senza ricercarlo, un amico che non sentivo dell'Elefante di Gennaio, mi invia un invito via sms.
-Ci sei per un giro?
-Ma dove?
-A su dai! in giornata andiamo e torniamo!
-Ok! ma dove?
-Andiamo in Austria sul ghiacciaio del GROSSGLOCKNER!
-Ah!..... E che destino sia!
Come è la vita,cerchiamo tanto, per poi quando smettiamo, ci cade addosso!
Parto presto, mi porto solo dietro la tuta antipioggia, l'imbottitura invernale del giubbotto, mi infilo gli stivali guanti e via.
Sfreccio sulla Treviso-Vittorio Veneto molto velocemente e in meno che non si dica, Cadola, Belluno, Cortina, Lago di Misurina vengono bevuti assieme al caffè e al cornetto caldo presi fuori da un bar pasticceria del lago.
Bella tirata, mi dico, ascoltando i crepitii dello scarico spento.
La temperatura è freschina, inizia a lasciarmi perplesso sull'abbigliamento, molto poco”Crystal rally” ma molto una estate al mare.
Conferma ricevuta dopo aver incrociato i primi motociclisti, domandandomi pure:” Ma non è che ho combinato una cazzata vestendomi così?”.
L'Austria è una bellissima nazione, sembra che l'abbiano disegnata, da quanto perfetta e in ordine si presenta.
Arriviamo con tranquillità sotto il ghiacciaio, sosta per rifornimento di pane e altro da imbottirlo e lì incrociamo altri motociclisti di ritorno dal passo che ci informano, della caduta di neve, del vento a raffiche, della nebbia fitta, delle temperature sotto lo zero.
Altro?
Si parte,ci aspettano 400 km circa di percorso.
Arriviamo alla barriera d'ingresso del parco, paghiamo l'entrata, attacco l'adesivo per indicare un'altra tacca fatta e iniziamo a salire.
Ogni meta che raggiungo assieme alla mia moto, mi porta sempre di più a non separarmene mai; si certo ci sono mezzi migliori, ma la mia moto è mia!Questo legame si rafforza ad ogni destinazione raggiunta, non so se mi capite....
Mano a mano che saliamo cala la nebbia, io sono ancora vestito in jeans e giacca versione estiva.
Arrivati sul ghiacciaio, la mia prima esclamazione è:-
Porca puttana, quanto freddo è!
Risposta:- 5°...
E' una bella emozione!Non mi pareva di esser li, le parole del mio vicino di casa mi rimbombavano nella mente e il bello sarebbe stato vedere la sua faccia quando glielo avrei raccontato.
Cazzo che freddo!
Molti motociclisti arrivano al Gross, da ogni parte d'Europa, tutti addobbati in stile Capo Horn, al contrario del sottoscritto che a confronto era vestito per la prima comunione, come si dice stringiamo le chiappe, che ce la faremo!
Riesco appena a vedere la prima marmotta grossa come un vitellino, che inizia a nevicare.
Una tipa ad alta voce dice:- Piove!
Io:- Governo ladro....
Non l'ha fatta ridere, pazienza, ma almeno mi sono sfogato.
Benedetta la tuta antipioggia, così provvidenziale che pur tenendola addosso come se fosse una seconda pelle avevo ancora freddo.
Una birra, un po' di prosciutto in corpo e si inizia la discesa per passare all'altro passo, moltoooo lentamente, considerata la strada stretta e tortuosa.
Cazzo un altro Elefante e che diamine!
Il parco del GROSSGLOCKNER si suddivide in svariate vette un tempo utilizzate per gare di scalata e regolarità tra macchine e moto.
Sfido io! Le curve non mancano, le salite anche forse manca di larghezza la strada, considerato che per passare da un rifugio all'altro, per poco non mi toccavo con altri motociclisti.
Scendiamo e saliamo, su e giù, con la temperatura che scende accompagnata da una nebbia fitta,fitta tanto che la visiera prima si appanna per poi ghiacciarsi. Conseguenza? Non vedevo un tubo!.
Piccolo aneddoto.
Ricordo che appena ho smesso di chiedermi, tra me e me:- Ma quanto freddo fa?, Alzando lo sguardo dal conta chilometri verso la strada a visiera semi aperta, non mi vedo sbucare dalla nebbia in discesa, in stile Bathman, un tipo in sella ad una Giap stradale con jeans strappati, camicia aperta svolazzante con canotta bella bianca a vista?
Cazzo! Questo è matto!
Il rifugio viene raggiunto con qualche perplessità sul passo.Fin qui tutto ok, tranne qualche scoppiettio dovuto all' quota, ma tutto bene.
Un tipo da Vicenza, mi chiede l'accendino e iniziamo i classici discorsi:
Quale è la tua moto?
Quella nera rispondo! E la tua?
Quella gialla!
Ah, e come ti trovi, bene?
Si!... Anche io ne avevo una, prima serie,l'ho tenuta 15anni.
L'orgoglio inizia a salirmi... con la mia sono arrivato solo a 100,000km dal 2006, anno di immatricolazione.
Lui 300mila, poi l'ha data ad un mio amico che sta ancora correndo e quando lo incontra lo ringrazia ancora.
Lui continua: Si, si vanno bene, sull'altra avevo cambiato l'olio dopo 50,000km.
Come direste voi?: ma va fa....o!
(1-0) palla al centro.
Mai mi sono sentito così c.....e.
Però una Ta con 300mila km mi è di buon augurio.
Scesi dal Gross, ci dirigendoci verso la stazione ferroviaria che ci avrebbe fatto risparmiare un bel po' di tempo passando sotto il tunnel.
Siamo bloccati da una strana processione di mucche variopinte con a seguito pastori adornati come dei monaci etnico- egiziani.
Tutto questo a passo d'uomo, con la pula a piedi fino in centro al paese, cercando di evitare le varie bombe di m...a che di tanto in tanto mollavano dal “retro”.
Arriviamo al treno, Max fa la furbata di passare davanti alla lunga fila di auto, ma nulla da fare, la pula lo riporta in dietro.
Dopo un' oretta di attesa per il turno spezzata da un mini bivacco creato in colonna tra salame e pane avanzato ed imitati pure da altri saliamo, leghiamo le moto e in poco tempo siamo dall'altro lato del monte.
Ripassiamo per Misurina, scendiamo fino a Cortina centro, incrociando diversi bar con belle signorine in posa per l'happy hours.
Mi viene in mente una cazzata fatta da ragazzino neo maggiorenne, quando lavoravo per un ditta di ponteggi in estate tanto per arrotondare.
Un Sabato in trasferta finito tardi, senza neppure lavarci, zozzi e bisunti assieme ad alcuni colleghi più vecchi di me, non ci venne di andare in quelle discoteche all'aperto?Vi lascio immaginare al banco del bar: l'effetto Mosè quando apri le acque!
Eccovi l'aneddoto balenatomi miscelato all'idea di fermarci infangati come delle cloache, per partecipare all'happy hours.
Vista bionda in tacco 10...
Ma è tardi e della idea mal sana, mi rimane solo un tenero sorriso da ebete spentosi all'auto grill di Belluno, penultima meta della giornata, prima di salutare i miei compagni di avventura all'uscita di Treviso Nord.
Rientro a casa verso le 10,00 passate, felicissimo del viaggio.
Consegno la marmotta a Vale che mi rimanda sotto la doccia senza passare dal via.
Ragazzi che girello!

Consigli della nonna per sconfiggere il freddo.
Se avete freddo al busto infilatevi dei giornali, oppure recuperate un sacco della spazzatura, aprite dei fori ai lati e al centro per far passare testa e braccia e infilatevelo, poi vi mettete il giubbotto.
Funziona!


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